Da giovane maestro, al secondo anno di servizio, ho incontrato il Direttore Cottoni – così lo si chiamava sempre anche tra colleghi, – e la sua professionale impostazione del lavoro ha accompagnato e indirizzato,  nel mio percorso di maturazione professionale, 7 anni di lavoro a scuola a Fontanellato, dapprima nella sezione staccata dell’allora Orfanatrofio Casa del Fanciullo – ora sede della Casa di Cura Cardinal Ferrari- poi nella scuola elementare del paese.

Mi piace ricordare di quegli anni il suo approccio a temi scolastici, culturali e organizzativi che hanno caratterizzato l’evoluzione della scuola negli anni a venire e che si annunciavano già dai primi anni ’60 del secolo scorso. Un aspetto questo che si è naturalmente affiancato al suo impegno per l’integrazione.

Penso che si possa tranquillamente osservare che Giancarlo Cottoni, direttore didattico del Circolo di Fontanellato dall’anno scolastico 1965/66 all’anno scolastico 1975/76, fece della scuola elementare di Fontanellato e delle frazioni un laboratorio di innovazione didattica e organizzativa preso a modello e proposto a tutta la provincia con una convinzione granitica e adamantina. La scuola deve essere al centro della politica per lo sviluppo del territorio e può trascinarlo .

Lo chiamava “Piano di sviluppo quadriennale” redatto personalmente e distribuito a tutti – dentro e fuori scuola-, il fascicoletto che segnava le linee guida del lavoro didattico, organizzativo e gestionale di tutte le scuole del circolo, antesignano assoluto dell’odierno PTOF . Qui erano contenute le ipotesi di lavoro che colsero con intuizione problemi che diventarono poi temi centrali del dibattito culturale scolastico coinvolgendo con passione autentica tutto il territorio. Fu un laboratorio che tentò una anticipazione e sperimentazione della grande riforma degli Organi collegiali della scuola del 1974 interpretata in un contesto di politica scolastica  che stava vivendo il passaggio dalla scuola dell’ insegnamento alla scuola dell’impegno per la centralità dell’alunno.

Si costituì  un “consiglio di circolo” sperimentale  aperto alle rappresentanze dell’amministrazione comunale e ad altre realtà educative, le assemblee di genitori e insegnanti mentre a livello nazionale si sviluppava il dibattito sui futuri organi collegiali.

Per le strade di Fontanellato e del comune nel 1967 iniziarono a circolare gli scuolabus e il “sistema formativo di base della scuola elementare” fu organizzato in 4 centri scolastici con l’intero ciclo elementare e l’eliminazione delle pluriclassi. In quel fascicoletto il Direttore sognava, e con determinazione cercava di realizzare, una sorta di piccolo “campus” in ogni sede.  Infatti era previsto un parco esterno e un giardino, una sala proiezioni e una piccola palestra per attività scolastiche e parascolastiche con acquisto di terreno per ampliare l’area cortilizia di ogni scuola.

L’aggiornamento docenti era una priorità come la valutazione del servizio e l’accompagnamento degli insegnanti nella didattica. Pensava che la formazione fosse una componente imprescindibile della professionalità docente e proponeva una continuità che prevedeva ogni anno un impegno con un corso per tutti i docenti dedicato alla  “ didattica applicata, alla pedagogia, alla psicologia”  da riprender in modo ricorsivo.

Un capitolo consistente del Piano era dedicato anche al tema della valutazione dell’insegnamento con una ipotesi per la qualifica annuale degli insegnanti intesa come azione amministrativa di qualità e di cui propose la sperimentazione a tutti i colleghi della provincia facendosi animatore anche della rivista “ Parma Scuola” nella quale sosteneva la tesi del lavoro in equipe dei dirigenti scolastici.

Un tema, che mi preme inoltre sottolineare e che è parte del mio percorso di vita professionale, fu certamente il rapporto del ciclo elementare con la scuola che precede e con la scuola che segue. E’ illuminante questa frase che scrisse appunto nel suo piano quadriennale: “I rapporti con la scuola media unica di Fontanellato è ancora oggi un settore i problemi del quale non hanno pienamente trovato forme sufficienti e collaudate di soluzione”. Gli Istituti Comprensivi di oggi dovrebbero, a mio parere, riprendere questo incoraggiamento a trovare e studiare forme collaudate e  significative di soluzione .

Maturò in quegli anni l’interesse per la scolarizzazione degli alunni diversamente abili , un tema sul quale impegnerà poi tutte le sue forze e la sua passione negli anni successivi come responsabile provinciale e contribuendo in modo decisivo alla emanazione della legge 517 / 1977 che introduce nell’ordinamento scolastico la figura dell’insegnante di sostegno e l’inserimento nelle classi normali degli alunni con disabilità.

Giancarlo Cottoni  è rimasto nella memoria  dei suoi  insegnanti  per la sua passione educativa e come testimonianza di  “uomo di scuola” che non si è mai risparmiato pronto al dibattito franco ma fermo sulle proprie convinzioni vissute con una caparbia passione .

Mario Calidoni