L’evoluzione dei nomi nella storia dell’integrazione

Prima venivano chiamati:
ANORMALI erano considerati fuori dal consesso dei normali, cioè delle persone accettabili ; quindi erano considerati inaccettabili.

Poi li abbiamo chiamati:
SUBNORMALI è il momento della definizione delle categorie : ci sono i normali e quelli che sono sotto la norma. Gli uni e gli altri non si devono mescolare.

Li abbiamo chiamati anche:
MINORATI è un nome che mette a fuoco il fatto che mancherebbe loro qualcosa: e alla fine che valgono meno.

Poi abbiamo inventato altri nomi:
HANDICAPPATI in questo modo si attribuisce più o meno inconsapevolmente alla persona che ha dei limiti funzionali e relazionali, tutta la causa dei problemi e delle difficoltà.

PORTATORI DI DEFICIT. Non sempre è detto, ma si pensa che il deficit ce l’hanno e se lo portano (se lo tengono);  e lo portano vicino agli altri, creando loro dei problemi.

PORTATORI DI HANDICAP. C’è una grande confusione concettuale: infatti il deficit non è l’handicap ; e di solito il “portatore di deficit” non è portatore di handicap.

PERSONA IN SITUAZIONE DI HANDICAP. Si pensa che sempre costituzionalmente si trovino in situazioni di handicap, e non invece, come è vero, per la mancata accoglienza degli altri.

DISABILI. Si mette in luce che non sanno dare certe prestazioni, e non si evidenziano le prestazioni possibili.

Adesso li chiamiamo anche:

PERSONE CON CARENZE FUNZIONALI E DELLE CAPACITA’ DI RELAZIONE. Almeno riconosciamo che, sia pure in misura non trascurabile rispetto a certe esigenze, hanno le stesse carenze presenti in tutti.

Dovremo alla fine arrivare a scoprire che si  tratta di:
PERSONE CHE SONO COSI’ COME SONO.
Tutti sono quelli che sono.
Tutti hanno il diritto di diventare quelli che possono essere.
Tutti hanno diritto di avere nello spazio di tutti lo spazio per essere come si è.
Tutti hanno il diritto di entrare in relazione con le modalità che sono loro possibili e che devono essere accettate da tutti.
Ognuno ha il diritto di crescere insieme con tutti, aiutato secondo il suo bisogno, cioè secondo lo stesso principio, con cui vengono aiutati tutti.

Giancarlo Cottoni